Il
Paesaggio e la sua Natura.
Per le loro particolari caratteristiche
climatiche e geomorfologiche i territori del Cilento
e del Vallo di Diano sono siti di interesse eccezionale
dal punto di vista fisico-vegetazionale e naturalistico.
La geomorfologia è caratterizzata da rilievi
montuosi, digradanti verso il mare. La costa è
formata da una successione di falesie, spiagge,
insenature e promontori, interessati da fenomeni
carsici e ricchi di grotte marine e sorgenti di
acqua dolce. Essa è frutto delle zolle tettoniche,
con cui l'orientamento generale del massiccio appenninico
si combina a fenomeni orogenetici contrastanti e
dà luogo a rilievi di diversa litologia e
disposti irregolarmente, separati da vallette trasversali
e longitudinali. Ad ovest del Vallo di Diano, i
massicci della parte orientale sono formati da calcari
dolomitici e raggiungono le altitudini più
elevate con i Monti Alburni (1742 m), il Monte Motola
(1700 m) ed il Monte Cervati (1898 m), cima più
alta della Campania. Lunghe incisioni, doline, inghiottitoi,
grotte, sorgenti, forre, tavolati e valli strette
e profonde caratterizzano questo paesaggio.
I rilievi verso la costa, pure essi calcarei, sono
costituiti da rocce sedimentarie di differenti origini,
costituite da argille, arenarie, marnie e conglomerati,
formando il flysch del Cilento e le cime del Monte
Stella (1131 m), del Gelbison o Monte Sacro (1702
m) e del Monte Bulgheria (1225 m). A causa delle
particolari condizioni geomorfologiche, della posizione
geografica e delle peculiarità climatiche
il territorio del Parco è caratterizzato
da una ricchezza eccezionale di ambienti naturali,
ai quali è associato un elevato grado di
varietà biologica, provata dall'esistenza
di circa 1900 specie vegetali tra erbacee e legnose
e circa 320 vertebrati, di cui l'80% uccelli. Molti
mammiferi appenninici sono presenti e tra essi voglio
ricordare il cinghiale, il lupo, la volpe, il tasso,
e, nei fiumi, la lontra e la nutria. Volendo fare
un'analisi un pò più dettagliata della
vegetazione, suddivido il territorio in tre macro-aree:
* la costa
* le aree interne
* il settore sub-montano e montano.
Lungo le rupi e le falesie della costa, in ambienti
resi estremi dalle deposizioni saline,dominano particolari
comunità di "alofite" (piante che
prediligono aria ricca di sali),mentre nelle zone
basse e sabbiose vegetano le ammofile. A ridosso
di questo habitat, con i cisti, comincia a svilupparsi
la macchia mediterranea con le piante sempreverdi,
come il mirto, il lentisco, il rosmarino, le querce
da sughero, il carrubo, il leccio. Le prime chiome
delle roverelle, querce grandi a foglie caduche,
rappresentano la congiunzione con la flora delle
aree interne, caratterizzata da boscaglia mista,
castagneti, cerreti e carpineti, che per il passato
hanno sostenuto la misera economia dei luoghi. La
fascia sub-montana e quella montana vengono dominate
dai faggi, tra i quali si insediano altre specie
arboree come gli aceri, i sorbi selvatici, gli ontani,
i tassi; in alcuni habitat particolari troviamo
gli abeti bianchi, residui dell'antica copertura
appenninica e le betulle pendule, relitti del fenomeno
delle glaciazioni. Molte sono le piante endemiche,
caratteristiche del luogo, tra le quali brillano,
per la loro unicità mondiale, la Genista
cilentina e la Primula palinuri, simbolo del Parco
Nazionale.
L'Antica Lucania è lieta di essere sede spirituale
dell’A.I.F.F. con tutta la sua natura e la
sua cultura, dall'attualità del pensiero
parmenideo alla saggezza del vecchio contadino analfabeta,
dal Tempio di Poseidone alle pietre più umili
di un ovile diruto, dagli spettacolari tramonti
di Palinuro al buio delle forre e delle grotte degli
Alburni, dal suono dei versi degli aedi erranti
alle cantilene di fede nei santuari tra i monti,
dalla grande Porta Rosa di Velia alle capanne dei
carbonai nelle faggete, dai portali medievali di
Teggiano ai tetti di segale dei ricoveri pastorali.
E’ un luogo che riesce a comunicare l’uomo
nella sua interezza e ciò è importante
in un'epoca in cui il tecnicismo virtuale imperante
fa ritenere l'umanesimo un cadavere da incenerire.
Eppure, già 2.500 anni fa, Diogene, con il
suo lanternino, era alla ricerca dell'uomo perduto!
Spero che questi brevi appunti siano riusciti a
dare un’immagine viva e bella della sede spirituale
dell’A.I.F.F.; se non c’è l’ho
fatta c’è una sola soluzione: seguitemi
e vi condurrò su tutti i sentieri dei 181.000
ettari del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di
Diano.